“Il killer della rosa nera è tornato a colpire… mi dispiace tanto, so che ti sta facendo tornare alla mente ricordi dolorosi. Se vuoi parlarne in qualsiasi momento io ci sono, basta che mi dai un chiamo, per te ci sono sempre!”
“Sì, lo so, grazie Marzio”.
Da quando era arrivato però il commissario Altieri si era accorto che c’era qualcosa che non andava nel suo vecchio collega: era sempre stato sulle sue, aveva misurato ogni singola parola, ma che cosa gli stava accadendo? Era una sua sensazione, oppure veramente qualcosa turbava il povero Marzio Tullio Genovesi?
“Lo stesso vale per te. Ti vedo strano. Cosa c’è?”
“Vieni con me in casa, ti offro un buon caffè”.
Il commissario Altieri conosceva molto bene il suo vecchio commissario, non gli aveva chiesto se voleva un caffè, gli aveva praticamente ordinato di entrare in casa, e questa cosa lo incuriosiva in una maniera esponenziale. Si conoscevano a occhi chiusi, Marzio aveva bisogno di lui, e del resto non se lo fece dire due volte, lo seguì fino all’interno dell’abitazione.
Altieri appena entrato non notò niente di particolare, sembrava che ogni cosa fosse al suo posto, a parte forse un leggero disordine in cucina nell’acquaio. Ma chi non ne ha? Marzio fece cenno a Roberto di seguirlo in bagno.
“Ma scherzi Roberto? Certo che puoi fare la doccia qui a casa mia, il bagno lo sai dov’è, gli asciugamani anche, che problema c’è?”
Roberto si trovò spiazzato, però non sbagliò la sua risposta, sempre pronto ad ogni evenienza, e anche in questo caso era stato impeccabile, la sua risposta a Marzio parve spontanea.
“Grazie Marzio, ne ho proprio bisogno. Dopo ho un impegno importante e non riesco a tornare a casa mia per tempo, ti giuro che lascio pulito e non riceverai rimproveri da Fiorella”.
I due entrarono nel bagno, Marzio aprì a tutta randa l’acqua della doccia, lo scroscio che usciva a contatto con il suolo provocava un rumore di sottofondo molto forte.
“Ora mi spieghi cosa sta succedendo?” Il commissario Altieri parlò sotto voce senza sapere il motivo per il quale lo stesse facendo.
“Robè, ho paura…”.
Marzio fece cenno a Roberto di avvicinarsi, Altieri non se lo fece ripetere due volte; voleva scoprire che cosa stava succedendo.
“Roberto, ho paura!” ripeté Marzio. Quelle parole uscirono dalla sua bocca in maniera furtiva, il tono flebile e soffuso colpirono molto il commissario Altieri.
“Cosa sta succedendo Marzio?”