Iacopo Riani autore de “L’ipotesi di Riemann”.
Cosa significa scrivere un libro? Quale la scintilla, l’urgenza che prova una persona nel “dover” scrivere?
Per me lo scrivere è dettato dalla volontà di creare qualcosa che mi sopravvivrà. È anche un modo per esternare i miei sentimenti, le mie passioni, tutto quello che ho dentro e che non saprei esprimere a voce.
Leggere è base prioritaria per approdare alla scrittura. Vorrei sapere i nomi degli scrittori e delle scrittrici che ti hanno portato fino a questo porto.
I miei autori preferiti sono Ken Follet, Glenn Cooper, Claude Izner. Posseggo tutti i libri editi in italiano dei primi due e anche quelli di Liliane e Laurence Korb, che scrivono con lo pseudonimo di Claude Izner. Confesso di apprezzare anche le opere di Dan Brown e in particolare ‘Il codice Da Vinci’.
Il primo libro non si scorda mai. Quale il tuo e dove, come, quando, perché.
Il primo libro che ricordo (ero ancora un ragazzo) è ‘Ivanoe’ di Walter Scott. L’ambientazione medioevale, le gesta dei cavalieri, l’avventura, suscitarono in me il desiderio di rivivere quella realtà; avrei voluto salire su un destriero bardato e correre in aiuto ai più deboli e alle dolci fanciulle che popolavano le mie fantasie.
Il mondo del libro è complicato e disastrosamente gestito e spesso si fa fatica a riconoscere un buon libro da uno pessimo. I tuoi gesti in libreria. Come si “annusano” i libri. Come si scelgono (se sei tu che scegli loro o avviene il contrario).
Non mi sono mai posto questa domanda. A volte entro in libreria per acquistare un’opera di cui ho letto una recensione che ha suscitato il mio interesse, mentre altre volte mi capita di notare una copertina con un titolo accattivante e subito vado a vedere di che cosa si tratta. L’importante per me è avere sempre qualcosa da leggere.