Valido Capodarca presenta “Voci della Grande Guerra” con i ricordi dei fanti.
Trenta soldati che combatterono durante la Prima Guerra Mondiale raccontano la loro esperienza nelle trincee, sotto i bombardamenti, nelle gallerie, durante i tremendi assalti all’arma bianca.
Ne emerge un libro corale di superstiti, di sopravvissuti, che non hanno perso la lucidità nel descrivere l’orrore.
Non ci sono solamente atti di eroismo, come la grande storia ci ha voluto tramandare, ma anche gesti di autolesionismo, di fughe, di disubbidienza, di tentativi più o meno riusciti di imboscamento, di ritardi.
Tra quelle trincee ragazzi giovanissimi e tanti analfabeti hanno sofferto una fame atroce, indossando lo stesso abito per settimane senza potersi cambiare o lavare, con migliaia di pidocchi, la sete e le tante malattie. Sì perché nella Grande guerra non si è morti solamente dilaniati dalle bombe, ma anche dalla tubercolosi, le ulcere, i congelamenti con la cancrena inarrestabile, la consunzione del corpo. Infine la “Spagnola” la febbre che colpì e uccise in Europa milioni di cittadini.
Oggi quei fanti e quei ragazzi del ‘99 sono tutti scomparsi, e questo libro intende ricordare le loro sofferenze, i gesti di altruismo, la paura, lo sgomento, i sentimenti di amicizia eterna.
“Femen” di Massimo Ceresa fa luce per la prima volta in Italia sul fenomeno nato in Ucraina e diffusosi in tutto il mondo occidentale.
“Il nostro corpo è la nostra arma”. Non c’è dubbio che mostrarsi in topless ha provocato un interesse seguito da tutti i media internazionali. E il 2017 sarà l’anno della rivoluzione per Femen. Le attiviste, a partire dalla coraggiosa Amina, costituiscono un fenomeno nuovo e importante che potrebbe anche incidere sui futuri assetti politici, in un momento particolare di grande fermento.
Qualcuno vorrebbe che formassero un partito politico, altri contestano fortemente certe iniziative, soprattutto l’azione radicale anti-islamica a Parigi.
A sette anni dalla sua fondazione, oggi Femen è rappresentata in Ucraina, Francia, Germania, Spagna, Svezia, Olanda, Belgio, Italia, Israele, Canada, Messico, Turchia e U.S.A.
Questo è il primo libro inchiesta su Femen al mondo e il primo libro a dare voce diretta alle protagoniste, attraverso un’inedita e lunga intervista alla leader del movimento Inna Shevchenko.
“Paragrafo 175, la memoria corta del 27 gennaio” di Marco Vignolo Gargini apre l’attenzione sui pericoli derivati dalla memoria selettiva.
Leggendo il testo della legge italiana, n. 211 del 20 luglio 2000, ci si accorge che il “Giorno della Memoria” è stato istituito dal nostro Parlamento per ricordare solo alcune vittime del nazionalsocialismo.
Solo gli italiani, ebrei, prigionieri politici e IMI (Internati militari italiani) fanno parte dell’elenco delle vittime citate nel testo della legge, e mancano all’appello gli omosessuali, i Rom, i Sinti, i Testimoni di Geova e tutte le altre categorie presenti all’interno dei Lager.
Una memoria dunque assai parziale, tutta concentrata solamente su alcuni perseguitati italiani, ignorando gli altri che, per il legislatore nostrano, evidentemente avevano avuto il difetto di non possedere tutti i requisiti per essere ricordati. Aprendo così una nuova pagina legata all’intolleranza, l’omofobia e l’odio che abbiamo già tristemente vissuto con il nazismo.
Nel ricordare giustamente la follia distruttiva sul popolo ebraico, o sugli inermi prigionieri di guerra italiani, non si doveva dimenticare i Testimoni di Geova, i Rom, i Sinti, gli omosessuali deportati.
A tutt’oggi ci si chiede perché si miri a commemorare solo alcuni “olocausti”, rimuovendo la memoria di tutti gli altri o minimizzando l’impatto di un disegno più ampio di chiara impronta xenofoba e omofoba.
In realtà la domanda va posta ai legislatori italiani che istituirono il Giorno della Memoria Corta, che mutilata si presta ad attacchi, ignoranze e revisionismi.
Infine la poesia con “Clitoride” di Matteo Mazza.
Nessuna remissione di peccato davanti a un’opera scomoda. La poesia di Matteo Mazza percorre la fune sul baratro di una vita di follie e sogni. Un fiume in tumulto che irride gli argini preposti a contenerlo. Una scialuppa di ricognizione che compie un lungo giro presso i lidi della disperazione: verifica i danni, spegne i fuochi.
Mazza è come un bambino che mette un piede e poi l’altro sulla linea che demarca il confine, e che finisce con il prenderti a pugni.
“Clitoride” è una raccolta introdotta da naviganti della poesia come Gianluca Pitari, Angelo Tolomeo, Carmine Torchia, Salvatore Pilò, Vincenzo Montisano.