“Non è che l’inizio”: una storia tra scelte, incontri e scontri
Gianni Quilici, conosciuto soprattutto come critico e organizzatore cinematografico del Circolo del Cinema, debutta nella letteratura presentando il suo romanzo “Non è che l’inizio”, in libreria da alcuni giorni nelle edizioni “Tra le righe libri”.
Mercoledì 27 maggio, infatti, verrà presentato a San Micheletto, alle ore 21.15, dall’editore Andrea Giannasi, dallo scrittore Enzo Guidi (“Dalmatica” “ Occhiatina a San Pietro e altre fughe” ) e dalla giornalista Angelica D’Agliano che intervisterà l’autore. A leggere alcuni brani del romanzo un attore di eccezione, una delle più grandi “voci” del nostro teatro, Eros Pagni.
Al termine verrà proiettata una rassegna di foto, essendo l’autore anche un fotografo sia pure amatoriale, in connessione con il romanzo, dal titolo: “I corpi nella Lucca che avvolge, che vive”.
“Non è che l’inizio” è un breve romanzo che corre con i palpiti e le riflessioni, gli incontri e gli scontri di un io narrante nella sua carambola di vita: compulsiva e, a volte, sfilacciata nel vuoto dei desideri, ma con una gran voglia di essere e di esserci, nel suo funambolico tentativo di realizzare l’amore e gli amori.
Siamo a Lucca nel 1989. Il romanzo racconta dieci giorni di un giovane, Zeta, un po’ fotografo, un po’ insegnante e forse anche un po’ poeta. Ed ognuno di questi 10 giorni è scandito da una fotografia sulla città.
La storia: una soffitta, una supplenza di una settimana in una scuola media; una voracità erotico-sessuale quasi ossessionante; una donna sposata, una donna separata, un amore sospeso, forse idealizzato; un’iniziativa politico-culturale con il partito comunista proprio nei giorni in cui Achille Occhetto lancia la svolta alla Bolognina; un desiderio acuto di creare e di crearsi altro da ciò che si è.
E infine lo scenario di una città, Lucca, colta nella sua bellezza evocativa, che apre, che chiude, che avvolge.
E’ un romanzo di formazione sentimentale, erotica e civile, con un orizzonte aperto verso il futuro.
E’ un romanzo politico nel senso ampio del termine, perché coltiva un’idea e un proposito del vivere la politica anche come immaginazione, avanzando una critica implicita nel modo con cui il partito comunista realizzò quella svolta.
E’ un romanzo pedagogico, perché l’esperienza del protagonista insegnante è all’insegna di una didattica attiva e creativa, sia pure farraginosa, che riesce a coinvolgere i ragazzi intellettualmente e immaginativamente, anche se talvolta essi sfuggono al suo controllo e la lezione diventa per il nostro eroe affannosa e disperante.
E’ un romanzo al tempo presente, in cui i fatti accadono nello stesso momento in cui vengono narrati; ed è diretto e visivo come un film con i dialoghi che scorrono fluidi, talvolta con inflessioni dialettali, non privi di ironia o di morbosità.